Il ruolo della reciprocità nella costruzione dei legami e come chiave di lettura dei processi relazionali
di ANTONIO FENELLI, CECILIA VOLPI, EMANUELE GUARRACINO, VIRGINIA GALLI, MASSIMO ESPOSITO.
Rivista di psichiatria, 2011, 46, 5-6
La reciprocità come espressione della relazione viene posta in evidenza già da Mario Reda che riporta gli studi di Comparetti sulla reciprocità madre-feto mediata dai cosiddetti “salti”. Comportamenti reciproci sono chiaramente osservabili nei rituali di corteggiamento degli uccelli e di molte altre specie animali; nella specie Homo sapiens sapiens possiamo osservare lo stabilirsi di un sistema molto complesso di reciprocità che partendo dai gesti e dagli atteggiamenti corporei, con l’attivazione degli schemi emozionali senso-motori dei modelli operativi interni, arriva alla costruzione di significati personali.
Da un incontro potrà nascere un rapporto se verranno costruiti significati “compatibili” generati nella “reciprocità possibile” dei sistemi significanti. L’osservazione della reciprocità fornisce una concreta possibilità di contenere il rischio della assoluta soggettività legata all’io o al tu, superandola attraverso il noi.
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