Soppressione volontaria dei ricordi: evidenze sperimentali e implicazioni cliniche
SOPPRESSIONE VOLONTARIA DEI RICORDI: EVIDENZE SPERIMENTALI E IMPLICAZIONI CLINICHE
M. Gorgoni*, F. Pisciotta*, L. Bonifaci*, E. Chillemi*, C. De Santis*, A. Di Falco*, A. Florio*, M. Piazzi*, A. Rondoni*, F. Santilli*, E. Guarracino**, M. Esposito**.
* Psicologo/Allievo Specializzando Ass. Psicologia Cognitiva II Anno di Corso.
** Psicologo/Psicoterapeuta Ass. Terapia Cognitiva.
Riassunto
Diversi autori hanno cercato di comprendere se l’essere umano sia in grado di sopprimere volontariamente un ricordo indesiderato. A questo scopo è stato ideato il paradigma Think/No-Think (T/NT), un compito simile al Go/No-Go, classicamente utilizzato per lo studio della soppressione motoria, ma avente come target le memorie dichiarative.
Lo stile affettivo nell’organizzazione di personalità di tipo fobico
“All you need is love”: Lo stile affettivo nell’organizzazione di personalità di tipo fobico”
di Antonio Fenelli, Cecilia Volpi, Emanuele Guarracino e Massimo Esposito
Associazione di Terapia Cognitiva, Studio “Multiverso” – Via degli Scipioni 245 – Roma
Abstract
Questo lavoro nasce grazie alle numerose ed interessanti discussioni, di natura squisitamente clinica, tra colleghi, che hanno favorito la condivisione di osservazioni e rilevazioni relative a percorsi di Psicoterapia con pazienti aventi come caratteristica principale il rientrare in quella che, all’interno dell’orientamento Costruttivista-Post-Razionalista, viene denominata, Organizzazione di Significato Personale (OSP) di tipo “Fobico” (Guidano, 1983).
Il ruolo della reciprocità nella costruzione dei legami e come chiave di lettura dei processi relazionali
di ANTONIO FENELLI, CECILIA VOLPI, EMANUELE GUARRACINO, VIRGINIA GALLI, MASSIMO ESPOSITO.
Rivista di psichiatria, 2011, 46, 5-6
La reciprocità come espressione della relazione viene posta in evidenza già da Mario Reda che riporta gli studi di Comparetti sulla reciprocità madre-feto mediata dai cosiddetti “salti”. Comportamenti reciproci sono chiaramente osservabili nei rituali di corteggiamento degli uccelli e di molte altre specie animali; nella specie Homo sapiens sapiens possiamo osservare lo stabilirsi di un sistema molto complesso di reciprocità che partendo dai gesti e dagli atteggiamenti corporei, con l’attivazione degli schemi emozionali senso-motori dei modelli operativi interni, arriva alla costruzione di significati personali.
(altro…)Learn MoreRabbia, ansia e attività parafunzionali dell’apparato stomatognatico: prospettive per un modello operativo integrato.
2008 Rabbia, ansia e attività parafunzionali dell’apparato stomatognatico: prospettive per un modello operativo integrato. Quaderni di Psicoterapia Cognitiva 23, Vol. 13 n° 2, 2008
http://www.cognitiva.org/IMG/pdf/Abstract_Articolo_quaderni_finale.pdf
Learn MoreRi-pensare la psicopatologia: sguardo al contesto e al concetto
Massimo Esposito, Emanuele Guarracino, Roberta Zaratti
Il lavoro prende in considerazione sia l’attuale crisi dei modelli diagnostici, sia (e soprattutto) gli stessi modelli naturalistici e meccanicistici caratterizzanti la conoscenza scientifica in ambito psicologico.
Il filo rosso che guida la riflessione e la ri-lettura della storia della psicopatologia è l’accettazione della complessità e dell’indeterminatezza del fenomeno psicologico umano. Il percorso che si delinea si avvicina alla prospettiva costruttivista (Armezzani 2004). Prospettiva che impone un ripensamento radicale della ricerca psicologica e sociale attraverso la rivisitazione del concetto stesso di scientificità. Il ricercatore-clinico, è chiamato in causa, in prima persona; l’obiettivo che si persegue è la costruzione di una scienza dell’esperienza, dove in primo piano non troviamo più l’oggettività delle evidenze ma la consapevolezza che l’orizzonte che osservo è un incrocio di indefinite prospettive. L’oggettività perde il valore di verità assoluta, la spiegazione scientifica, all’interno del costruttivismo, abbandona la visione impersonale, in terza persona (“sguardo da nessun luogo ” di cui parla Nagel), per recuperare il vissuto e il valore di chi è inevitabilmente coinvolto nella descrizione del fenomeno che osserva (1^ persona).
La crisi della categorizzazione del disagio mentale (DSM) e la ri-lettura offertaci da Foucault, impostano il problema e ci permettono un’osservazione sulla psicopatologia e sulla diagnosi non solo dal punto di vista teorico-scientifico ma anche storico-culturale.
L’obiettivo, attraverso una meta-riflessione sulla storia della psicopatologia, è quello di poter estendere l’orizzonte di studio e la comprensione della sofferenza umana.
ARTICOLO COMPLETO SU PSYCHOMEDIA
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